L’ordinamento giuridico italiano definisce il fallimento come una procedura concorsuale che ha come obiettivo quello di soddisfare i creditori attraverso la liquidazione del patrimonio di un imprenditore. Per averne diritto è necessario possedere determinati requisiti, sia soggettivi che oggettivi. Tale procedura accerta lo stato di insolvenza e i crediti vantati nei confronti dell’imprenditore, dando vita successivamente alla fase di liquidazione, condotta in base al criterio della “par condicio creditorum”. Questo significa che verranno tenute in considerazione le cause legittime di prelazione.

Per poter dichiarare fallimento non è sufficiente che un’insolvenza sussista; deve, infatti, manifestarsi esternamente, ad esempio mediante inadempimento. Dovrà dimostrare inequivocabilmente che l’imprenditore non dispone delle risorse per adempiere con regolarità alle obbligazioni. Ottenuta la procedura di fallimento ha luogo lo “spossessamento”: il debitore, pur non perdendo la proprietà dei beni, non potrà più gestirli e amministrarli. Per un’azienda, il fallimento costituisce il peggior epilogo possibile. Ecco perché è importante trovare dei rimedi che possano far fronte a una situazione di crisi. Contatta il nostro team per sapere quali siano le strade percorribili.